I mesi di lavoro condotti negli Impact Hub di Birmingham, Firenze, Mosca, Yerevan e Zagrabia per analizzare e disegnare il mondo del lavoro del futuro hanno portato alla realizzazione del primo dei due White Paper previsti. “Convening & Collaborating With and For Cities” riguarda la conclusione della fase di scoperta e sarà seguito dal secondo White Paper relativo alla fase di soluzioni.
Convening & Collaborating With and For Cities
Il White Paper realizzato per il progetto Beyond (un)employment promosso dalla Fondazione Bosch racconta le storie di come cinque Impact Hub disseminati nel mondo hanno creato apprendimento cross-settoriale e collaborativo facendo aumentare conoscenza e attività delle comunity sulle sfide legate alla disoccupazione nelle loro città. L’obiettivo è stato quello di partire dalle sfide del mercato del lavoro locale per prototipare alcune soluzioni adatte a contrastare la disoccupazione e generare cambiamento positivo sulla società.
Introduzione a Beyond (un)employment
Nel momento in cui in Europa la disoccupazione è diventata un fenomeno cronico e persistente, il programma Beyond (un)employment ha esplorato un approccio di design thinking incentrato sull’uomo per trasformare la disoccupazione in fattore di inclusione sociale. Ogni Impact Hub ha organizzato incontri con gruppi eterogenei per condividere conoscenza, skill ed esperienze sul tema della disoccupazione; i risultati ottenuti a livello di singolo Impact Hub sono stati poi messi a fattor comune. Nel White Paper, dopo aver introdotto il programma e gli approcci utilizzati, si analizza il fenomeno della disoccupazione nelle cinque città che hanno partecipato al progetto. Nonostante le diversità, sono state identificate delle aree di sovrapposizione che hanno reso possibile lo scambio di conoscenza e la successiva collaborazione. A dispetto dei contesti geo-politici, culturali e socio-economici, infatti, sono stati evidenziati aspetti comuni e interventi congiunti nella sfida alla disoccupazione. Viene mostrato l’approccio di human centred design e apprendimento collettivo adottato nel programma Beyond (un)employment, in cui il ruolo di Impact Hub è stato determinante.
I gruppi e il programma
Ogni Impact Hub ha creato un gruppo di circa 20 persone con diversa estrazione ed esperienza relativa al lavoro e alla disoccupazione (p.e. studenti, imprenditori, sindacalisti, professionisti, professori, ecc.). Il gruppo è stato impegnato da marzo a novembre 2017 in incontri e sessioni di apprendimento collettivo e prototipazione di alcune soluzioni potenziali relative alle sfide della disoccupazione. Ogni Impact Hub ha identificato un problema specifico e prioritario della disoccupazione nella propria area: a Firenze il tema della creazione di modelli alternativi di impiego e lavoro specialmente nei confronti della disoccupazione giovanile.
Il programma ha vissuto cinque fasi:
- Fase 1 – Percezione della disoccupazione
- Fase 2 – La visione della disoccupazione
- Fase 3 – Passato, Presente e Futuro del fenomeno
- Fase 4 – Successi e Fallimenti: imparare al di là dei confini
- Fase 5 – Impegno Civico: Responsabilità pubbliche, private e personali
- Fase 6 – Strategic Solutions Lab
- Fase 7 / 12 – Piano d’Azione / Moltiplicazione dell’Impatto
Impact Hub Firenze
Il lavoro del nostro Impact Hub è stato finalizzato a comprendere la piaga della disoccupazione giovanile che tocca il 26,2% dei ragazzi dai 15 ai 29 anni in Italia, anche nella regione Toscana. Il gruppo ha analizzato i servizi pubblici, ancorati a una realtà che non esiste più, e ha cercato modelli alternativi di supporto in grado di riflettere in modo migliore il senso d’identità e i codici comunicativi dei ragazzi più giovani (in termini di tecnologia e di linguaggio). E’ emersa la necessità di nuove forme di apprendistato e di stage e, ancor prima, canali informativi differenti dove le persone possano attingere informazioni aggiornate e soggetti (tra cui spazi di coworking come Impact Hub) con cui lavorare per co-disegnare il mercato del lavoro emergente del futuro con formazione, training, orientamento e guida come singoli professionisti o nuove aziende.
Il gruppo ha testato alcune idee per creare opportunità per i giovani coinvolgendoli in sessioni per disegnare nuove infrastrutture, relazioni e processi con impatto sul mutato mercato del lavoro, caratterizzato da mobilità e flessibilità, in cui la precarietà è diventata la normalità. Quali skill, capacità e supporto sono necessari per rispondere al nuovo contesto lavorativo? Sono necessari spazi e canali (anche tecnologici) contemporanei e alternativi e la creazione di una nuova tassonomia e misurazione delle soft skill, spesso sviluppate nelle attività sportive e di volontariato, di solito poco considerate dai datori di lavoro. Risulta fondamentale rendere più efficace e proficua per aziende e giovani l’alternanza scuola-lavoro, mirandola alle vere necessità del mercato di Firenze.
Elementi comuni sulla disoccupazione
I gruppi di lavoro locali hanno suddiviso il complesso tema della disoccupazione in fattori minori su cui proporre soluzioni mirate. Alcuni temi si sono rivelati comuni a tutti i paesi in cui il lavoro è stato condotto. Si è partiti dalla prospettiva individuale, nata dalle proprie esperienze personali, condivise con gli altri membri del gruppo. Si sono poi esplorati i fattori locali che hanno portato alla disoccupazione: il ruolo delle migrazioni, la globalizzazione e l’economia. Infine si è analizzato l’impatto del tempo sulla disoccupazione contestualizzando il problema per cercare soluzioni di lungo periodo, considerando i fattori legislativi dei diversi paesi (vedi UK, Russia ed Europa). Questi tre aspetti sono stati la base per immagine futuri alternativi e inspirazionali, considerando il tempo necessario per cambiare le prospettive sociali nei confronti del lavoro, la sua natura e il modo di lavorare.
Cittadinanza e identità in termini di sussidi statali, responsabilità personale, scioperi e agitazioni pubbliche relative al lavoro e ai diritti dei lavoratori (reddito di cittadinanza). Si è evidenziato che mancano role model positivi in ambiti meno convenzionali di fasce di cittadini ala ricerca di lavoro (tra cui immigrati, esodati, giovanissimi, ecc.)
Linguaggio e narrativa alternativi da costruire in alternativa ai messaggi di esclusione, inflessibilità e negatività legati dal tema della disoccupazione. specialmente se legati all’età, alla razza, al genere, allo stato socio-economico, ecc.
Mancanze delle strutture preposte nei confronti delle quali tutti hanno avuto modo di sperimentare sentimenti negativi perchè inefficaci, burocratizzate e, in definitiva, controproducenti. Oggi tali agenzie sono disconnesse e diverse tra loro (pubbliche, private, ecc.) mentre cccorre creare nuovi legami tra formazione, training, esperienze lavorative, sviluppo di soft skill, network, sgravi fiscali).
La disoccupazione incide sulla salute (sia fisica che mentale) perchè il lavoro genera senso di identità, appartenenza, efficacia, utilità.
Rischio di “lost generation” per la pervasività della disoccupazione in determinate fasce demografiche di alcuni paesi d’Europa, tra cui i giovani italiani che non riescono a sviluppare i propri talenti e capacità dando il loro contributo alla loro comunità grazie al lavoro.
Il ruolo degli Impact Hub come piattaforme in grado di faciltare l’apprendimento collaborativo e il cambiamento positivo si è rivelato il fattore distintivo del programma Beyond (un)employment per il quale ha adottato un approccio di system e design thinking prima a livello locale e poi allargato ai paesi coinvolti. La sensazione di non essere da soli ha aiutato a uscire dall’isolamento che potrebbe intaccare le aspirazioni all’innovazione e al cambiamento. La disoccupazione è stata vista in modo olistico comprendendo una serie di fattori esogeni e temporali, oltre che locali, per comprenderne alcune cause e variabili, valutate in modo interconnesso e dinamico. L’approccio ha portato empaticamente le persone al centro del problema, cercando di cogliere diverse prospettive relative alla disoccupazione e ha lavorato su alcune possibili soluzioni, nate dalle relazioni dei gruppi, in grado di rispondere alle necessità e alle aspirazioni dei cittadini, per trasformare le sfide legate alla disoccupazione in fattore di inclusione sociale.
Qui un estratto tradotto. Se volete ricevere la versione integrale (in inglese) del White Paper Beyond (un)employment, richiedetela a [email protected]