Giada Bonacchi

HUBBER OF THE WEEK? GIADA BONACCHI

Giada Bonacchi è una hubber piena di energia e con mille mille idee! È arrivata a Impact Hub Firenze qualche anno fa, mentre cercava un’alternativa al lavoro da casa: 

Avevo bisogno di un posto nuovo e di uscire dai miei spazi comodi per scoprire cosa amassi davvero. Impact Hub è una delle cose che ho scoperto, il mio Posto dove lavorare e non solo!

Lunedì 22 marzo è stata la Giornata mondiale dell’acqua e la sua intervista calza a pennello perché Giada è un ingegnere ambientale che si occupa di progettazione di reti idriche e fognarie e di impianti di depurazione per i vari gestori del servizio idrico integrato in Toscana. 

Quando dovevo scegliere l’Università ero certa che mi sarei iscritta a ingegneria ambientale, perché? Per ridare spazio alla natura, per richiudere il buco dell’ozono, per pulire gli oceani, per tutelare anche i diritti degli altri abitanti della Terra. Non sono finita sulla Rainbow Warriors – ancora! – ma quel che faccio so che serve.

Festina lente è il suo motto per la vita, alla costante ricerca di ritmi più contemplativi ed equilibrati. Lei che ama stare al sole, all’aria aperta, correre e ballare nei boschi, dice del suo futuro:

Mi piacerebbe lavorare a nuovi e stimolanti progetti, magari seguire un progetto di cooperazione all’estero.

In occasione del World Water Day, Giada ci propone una riflessione importante e un augurio condiviso da tutti noi:

Lunedì è stata la Giornata mondiale dell’acqua, due atomi di idrogeno e uno di ossigeno legati in quel modo speciale da far si che l’acqua sia vita in tutte le sue forme. Quello che mi auguro è che mai venga data per scontata: sul pianeta Terra l’acqua dolce rappresenta meno del 3% del volume totale liquido, si parla quindi di un bene finito: per questo ogni goccia conta e dobbiamo salvaguardarla partendo dalla nostra quotidianità. Per produrre l’acqua che sgorga dal nostro rubinetto ci vogliono sia energia chimica che meccanica; questa viene estratta dai fiumi e dalle falde acquifere sotterranee con tempi assolutamente non sostenibili rispetto a quelli che, naturalmente, sarebbero necessari alla ricostituzione di un normale equilibrio: esserne consapevoli è il primo passo per considerare l’acqua un bene comune prezioso.

 

I fiumi sono le arterie del Pianeta, gli oceani i polmoni: proteggerli significa preservarne la funzionalità idraulica ed ecologica, rinaturalizzarli e lasciare loro più spazio. Affinché le nostre attività non scatenino cambiamenti e reazioni irreversibili al sistema Terra, dovremmo rispettare il limite detto “Freshwater Planetary Boundary” di 4000 km3/anno e, contemporaneamente, mantenere in essere il 25-50% delle portate fluide fluviali. Ad oggi l’uso che ne facciamo ai fini dell’agricoltura, dell’allevamento, dell’industria e dell’impiego umano, porta a un consumo totale annuo di 2000 km3 mentre, a seconda dell’angolo di mondo in cui siamo, la salute del reticolo idraulico versa in condizioni più o meno disastrose; una stima al 2050, con una popolazione di 9 miliardi di abitanti, prevede un consumo di circa 7000 km3/anno (Stockholm Resilience Centre).

Particolare attenzione dobbiamo inoltre porre al valore socio economico di quello che già è chiamato “oro blu”: è notizia di pochi mesi fa la quotazione in borsa della risorsa acqua.

Dunque è evidente come l’acqua sia strettamente connessa a ogni aspetto della nostra presenza sulla Terra: il suo stato di salute deve quindi interessare ciascuno di noi.

Per conoscerla meglio, potete trovarla sul suo profilo Facebook!

Grazie Giada per questo contributo e di nuovo happy World Water Day 2021 a voi!