Alla scorsa Fuckup Night Firenze abbiamo avuto Serena Puosi nel panel degli speaker. Per motivi di format, non ha potuto spiegarci il decalogo elaborato per la serata riflettendo sul suo progetto professionale fallito. Le ho chiesto, quindi, di stendere per noi un Post (chi meglio di lei, copywriter e blogger di professione!?) per raccontarci le 10 cose che ha imparato dal fallimento. (foto credits Francesco Spighi, tra gli speaker della Fuckup Night Firenze Vol. 10 giovedì 10 maggio a cui puoi iscriverti qui: FUNFIN10)
Le 10 cose che Serena ha imparato dal fallimento
Ho avuto l’onore di essere una delle speaker di Fuckup Nights Firenze Vol. 9 ed è stata un’ottima occasione per mettere insieme gli insegnamenti tratti dall’ultimo anno da freelance (qui trovi il suo pitch). Questi primi dodici mesi di partita iva seguivano a un periodo difficile dal punto di vista lavorativo: non mi era stato rinnovato il contratto di quello che consideravo il mio lavoro dei sogni, tutto quello che volevo fare era andato in frantumi. Se a questo ci aggiungiamo una gravidanza al sesto mese, capirete che ci ho messo un po’ a raccogliere i cocci.
La mia natura, per fortuna, tende all’ottimismo e in questi mesi ho appuntato tutto quello che mi aveva aiutato ad andare avanti a testa alta: quegli appunti diventano ora questo post in modo che tutti possano trarne qualcosa di buono.
1. Non aver paura di chiedere aiuto
Sono sempre stata una persona forte, convinta di potermela cavare da sola in ogni situazione. Ho rivendicato per anni questa indipendenza, fino a quando ho capito che l’orgoglio non mi avrebbe portato da nessuna parte. Quando ero ancora indecisa se aprire o meno la partita iva, quando poi l’ho aperta e non sapevo che valore dare al mio lavoro, quando non sapevo come comportarmi con un cliente ho cercato di confrontarmi con delle persone che ci erano passate prima di me. Parlare con altri freelance più esperti mi ha dato nuove consapevolezze e più sicurezza e adesso non mi faccio problemi a chiedere aiuto quando non so qualcosa.
2. L’unione fa la forza
Nell’ultimo anno ho dato vita a un nuovo progetto: Social Destination Versilia. Nulla di quel che ho fatto sarebbe stato possibile se non avessi avuto Daniela al mio fianco. Unire le nostre competenze ci ha permesso di portare avanti grandi progetti e ci ha dato la forza di sostenerci a vicenda nei momenti più difficili. Senza una persona così capace al mio fianco, molte cose belle dell’ultimo anno non sarebbero successe.
3. Le parole sono importanti
Nonostante la bella botta che avevo preso col mancato rinnovo del contratto quando ero incinta, non ho mai pensato nemmeno per un istante alla parola fallimento. Credo che questo mi abbia aiutato a superare quel momento in maniera più accettabile, ho pensato che a volte la vita ci mette di fronte a nuove opportunità: tutto sta avere il coraggio di cogliere la sfida.
4. Non aver paura di sbagliare
E se non sono capace? E se non so pormi ai potenziali clienti? Se non so spiegare cosa faccio? Se non so gestire la contabilità? Questi e molti altri dubbi si affastellavano nella mia mente e ci ho messo un po’ a trovare il coraggio per aprire la partita iva. A un certo punto mi sono detta che dovevo fare qualcosa, pazienza se stessi sbagliando. Fare porterà sempre e comunque qualcosa di buono.
5. Prova a unire i puntini
Noi non siamo il nostro lavoro: siamo un insieme di esperienze, passioni, abilità, talenti, studi, emozioni. Magari è proprio unendo i puntini delle varie passioni che capisci cosa vuoi fare da grande. Non precluderti nessuna possibilità, sfrutta quello che sai fare.
6. Sii sempre gentile
Una cosa che ho capito fin da subito è che è sempre meglio mantenere buoni rapporti con tutti (nei limiti del possibile). Mantenere buoni rapporti con le persone con cui ho lavorato senza piantare grossi casini mi ha ripagato con nuove opportunità di lavoro.
7. Anche le piccole cose sono grandi cose
All’inizio, quando ho aperto la partita iva, ho ricominciato a lavorare con piccoli progetti che piano piano diventano più grandi. Da una collaborazione ne è nata un’altra, da un piccolo lavoro ne è saltato fuori uno più grosso. All’inizio sembra tutto difficile, ma se si lavora bene le cose accadono e tutto va per il verso giusto, basta essere umili e continuare a crescere.
8. Bisogna dire le cose
Sono sempre stata abbastanza timida nel propormi, ma a un certo punto ho lasciato da parte la vergogna e ho cominciato a dire che stavo cercando lavoro. Da quando ho detto a voce alta cosa sapevo fare, le persone hanno cominciato a identificarmi con un lavoro più specifico e hanno iniziato a offrirmi dei lavori.
9. La perfezione non esiste
Per i perfezionisti di natura è difficile accettare che la perfezione non esiste. Ho capito che è meglio cominciare a fare qualcosa, anche se in modo imperfetto: è meglio di non farla proprio.
10. Prendi il meglio dagli altri
Tutti hanno qualcosa da insegnarci… basta prendere il meglio dalle persone che ci circondano!
Serena Puosi è una copywriter, blogger e social media manager freelance. Vive vicino a Viareggio e le sue passioni più grandi sono i viaggi, le parole, i libri e la fotografia. Sul blog Mercoledì tutta la settimana condivide consigli di viaggio in coppia e con una bambina piccola per incoraggiare altri genitori a partire. Da un anno è co-fondatrice di Social Destination Versilia, un progetto che mira a rendere più consapevoli del mondo digitale le attività della Versilia attraverso corsi e servizi di gestione dei social media. Scrive per diversi portali turistici online e sogna la carta stampata. Ha pubblicato un libro su un viaggio in India dal titolo “Indimenticabile India. Racconti di viaggio in India del Nord tra il Rajasthan, Agra e Varanasi” e spera sia solo il primo di una lunga serie.
Se sei curioso e vuoi partecipare alla prossima Fuckup Nights Firenze prevista giovedì 10 maggio dalle 19.30 alle 21.30 nello Spazio Eventi di Impact Hub Firenze, iscriviti subito qui FUNFIN10 e passaparola! Avremo tre progetti falliti di vita (Francesco Spighi), impresa (Benedetta e Maria Chiara Barontini) e sport (Carlo Pratichetti). E prima, un workshop (facoltativo) per riflettere sul tema del fallimento con le tecniche del Design Thinking organizzato da Marco Berni di Codesign Toscana. Ci vediamo a maggio!