La settima puntata delle Fuckup Nights Firenze raggiunge presto il sold-out e Impact Hub Firenze si fa nuovamente teatro di storie di vita.
Il fallimento, sempre lui, protagonista delle storie dei tre speaker, si palesa in tre forme molto diverse tra loro.
A seguire il racconto della serata a cura di Chiara Nenci, Community Manager di Impact Hub Firenze. Qui il programma e il link per iscriverti alla prossima giovedì 8 marzo alle 19.30: FUNFIN8
Valentina Dainelli e la storia del suo divorzio
La prima a raccontarsi è Valentina Dainelli. Una ragazza sorridente sale sul palco e morde la salita del dolore: “il mio fallimento sta racchiuso nel mio divorzio”.
In quanti divorziano? In quanti fronteggiamo la ferita della separazione, in quanti riusciamo ad accettarla e a parlarne davanti a 100 persone che neanche conosciamo?
Valentina parla con voce chiara della fine del suo matrimonio e racconta di come da quella crepa sia nato qualcosa di nuovo e ridente: un nuovo amore e un unicorno di figlio.
Mentre parla le guance le si fanno rosse e la voce si incrina e ammette: “credevo fosse amore, invece era un arcobaleno, pensavo che sarebbe durato per sempre poi lui mi ha lasciato ed io sono sprofondata.”
(Sentivo) Il pubblico è commosso, Valentina racconta senza fermarsi un attimo, la sicurezza che quella scelta sia stata una fortuna si scontra con la sofferenza della rottura. “Subito dopo il nostro allontanamento mi sembrava che tutto fosse finito e gli attacchi di panico mi impedivano di essere la Valentina indipendente e sognatrice, ero relegata ad una piccola donna che doveva essere accompagnata dovunque andasse. Ero l’ombra si me stessa, mi chiudevo in bagno con un timer da cucina a forma di pomodoro, lo impostavo su 25 minuti e mi facevo i “pomodori di dolore”: in quel lasso di tempo mi lasciavo attraversare da tutto quel male nero nella speranza che mi lasciasse andare. Dopo un mese e mezzo di silenzio da parte di “mio marito” ho trovato la forza di alzare la cornetta e chiedere a quello che restava del mio partner di prendere una decisione, avevamo comunque un contratto da sciogliere. E quello è stato il momento in cui lentamente ho cominciato a recuperare me stessa. Provavo meno vergogna per quello che mi stava succedendo e accettavo che il mio matrimonio stava finendo come un arcobaleno, lentamente si dissipava e lasciava posto ad altre strade. Così ad un incrocio ho trovato il mio Caronte, ops Virgilio, che mi ha accompagnato verso un porto felice.”
Kristina Grancaric e l’interruzione di un ruolo aziendale pubblico
Da ogni caduta ci si rialza davvero più forti, e il secondo intervento ce lo dimostra con forza. È il turno di Kristina Grancaric, ha una voce accogliente e inclusiva, impugna il microfono in maniera sicura per confessare che prima non sarebbe mai riuscita a farlo. Ma prima di cosa?! Beh cominciamo dall’inizio. “Lavoravo per una grande multinazionale, ero la community manager e credevo davvero che quel lavoro mi piacesse. Sentivo a volte dei dubbi ma ero la “yes girl” e non mi fermavo mai, andavo avanti e pensavo positivo. Poi un giorno mi arriva una mail dai “‘piani alti” e non ne capisco il senso, ma pensavo che sarebbe stata una buona notizia, invece no: l’azienda chiudeva i battenti e in un attimo ero senza lavoro e non sapevo più chi ero.
Perdere quel ruolo significava portarmi via tutto. Provavo un imbarazzo e una vergogna indescrivibile.
Ma proprio quello che sentivo come un fallimento della vita è stato l’opportunità per realizzare cosa volevo fare davvero. E quello che ho capito sono queste quattro cose, i miei take-away del fallimento: bisogna incontrare e parlare con più persone possibile, bisogna non vergognarsi di essere un personaggio pubblico, bisogna coltivare quello che ci piace, e si deve provare sempre, fallire è la dimostrazione che ci stai provando, al massimo potrai sempre dire F***Up!”
Dopo questa frattura Kristina ha trovato maggior sicurezza in se stessa, è una giovane donna brillante che parla davanti al pubblico di ciò che è nato poi: ha fondato la sua azienda “Business Therapy” (e non è un errore di scrittura!), con cui ha trovato la propria vocazione nel supportare chi cerca una nuova identità lavorativa o si trova in difficoltà. Bello no?! Farsi fermare dalla delusione sarebbe quello davvero un fallimento.
Enrico Pandian e le sue 14 startup fallite
Si chiude la serata con una figura maschile dotata di energia e simpatia da vendere Enrico Pandian. Enrico racconta che ha aperto e chiuso una gran quantità di start up. “Ho sempre avuto uno spiccato senso del business: ho cominciato alle superiori quando ho capito che invece di distribuire gratuitamente la mia tesina, potevo venderla e ci ho fatto un sacco di soldi!” Con ironia racconta di come l’errore più grande che gli sia capitato è “aver fatto bene da subito” e quindi ammette: “ragazzi sapete cosa fa un giovincello con un tutti questi soldi? Li spende a caso e nel giro di pochi giorni avevo comprato appartamenti, che forse poteva essere anche un acquisto intelligente, e poi taaaac una porsche, acquisto più discutibile, almeno in termini di utilità!”
Continua: “E sull’onda dell’entusiasmo ho cominciato a pensarmi imprenditore e quindi creavo più aziende in contemporanea e poi “bam” mi trovavo a fallire senza neanche accorgermene, perché quando hai i soldi in tasca sei ottimista, ma la verità è che la fortuna non esiste!
E son finito in bancarotta: ho rivenduto gli appartamenti e ahimè anche la mia macchina adorata. Ho passato il tempo a pensare a dove fosse l’errore ed eccolo là incastrato tra la mia euforia e la mia ambizione: Enrichino devi essere seriale, non parallelo. Non ti mettere all’anima più imprese allo stesso tempo, devi capire che le tue start up devono nascere e finire e solo allora come una fenice che rinasce dalle ceneri ne potrai cominciare un’altra che poi si spegnerà e lascerà posto ad una nuova idea, e via via “verso l’infinito ed oltre”!”
E voi che ne pensate del fallimento?
Noi ad Hub pensiamo che sia un’occasione per imparare e per condividere passaggi inevitabili che ognuno prima o poi, volente o nolente, si trova a fronteggiare in quella cosa che si chiama vita.
Vi aspettiamo l’8 marzo dalle 19.30 alle 21.00 con tre nuove storie, per ascoltare tre nuove voci accompagnarci nel loro passato e spiegarci come “da quel fallimento” possa scaturire una magia, come la fine di un’era scelta dal caso possa cominciare un nostro personale inizio che teniamo in pugno. Qui il link per registrarti gratuitamente: FUNFIN8
Se vuoi condividere con noi un pezzo della tua storia e celebrare un tuo progetto fallito, scrivi a [email protected]